Lazzaro Clemente supestite a Cefalonia

 

 

 

Lazzaro nonno cravatta.JPGNacque a Cervinara il 7 giugno 1918 mio
nonno Lazzaro che prese il nome dello zio morto
prematuramente in America. Ancora fanciullo entrò nei balilla e poi fu soldato di leva congedato il
17/09/1938. Chiamato alle armi il 1 aprile del 1939 combatté alla frontiera
Alpina Occidentale col 30 regg. fanteria 5° compagnia distaccamento frazione
Boschetto vicino a Chivasso (TO) , poi dal 18.11.1942 al 8.09.1943 nei Balcani
col 17° regg. Fanteria come

soldato scelto caporale maggiore. Mi ha sempre
raccontato che in fondo a Cefalonia la guerra lui e i suoi commilitoni
l’avevano “dimenticata”. Con le popolazioni locali commerciavano il pesce che
raccoglievano lanciando bombe a mano nell’acqua, in cambio i contadini
fornivano loro ortaggi o carne.Un po’ come nel film Mediterraneo con l’attore
Diego  Abatantuono . Poi il 29 novembre
del 1942 andò in licenza matrimoniale. Rientrò a Cefalonia il 2 febbraio 1943.
Il rientro fu duro anche perché le cose non andavano più bene e gli amici
tedeschi erano diffidenti. Ricordo che mi disse che nei giorni dopol’8settembre i cieli si coprirono di aerei tedeschi che bombardarono tutto. Mio
nonno era tra quelli che pensarono che la guerra con l’armistizio fosse finita
e rimasero in attesa di ordini. Ma presto si dovettero arrendere alla
superiorità dei tedeschi. Furono fatti prigionieri e obbligati a scavare una
grande fossa. Poi cominciarono a fucilarli a gruppi. Quando fu il suo momento
con molta umiltà mio nonno mi confessò di aver pianto e pregato. Al
momento degli spari dalla paura svenne e non ricordò più nulla. Si sveglio
qualche giorno dopo sotto i cadaveri dei suoi amici  non avendo più la parola ( diventò
balbuziente). Soccorse altri tre superstiti feriti e li aiutò, ma fu rifatto
prigioniero ed internato . In prigionia dichiarò di essere falegname e ciò lo
aiutò molto rispetto a chi diceva di non saper far nulla o non aveva la forza
di lavorare, non serve raccontare la fine di costoro.

il nonno a Cefalonia 2.jpg

Quando fu
liberato dal campo di concentramento in Germania  nel agosto 1945 dovette ritornare a piedi . Ricordo che mi disse che per strada incontrò dei
partigiani che lo picchiarono perché convinti che fosse fascista visto la
divisa che ancora portava. .

A quel tempo la mamma
Maddalena e la moglie Luigia abitavano insieme e portavano già il colore del
lutto da quando si era saputo dei fatti del 8 settembre. Erano passati due anni
e la moglie Luigia, mia nonna ,stava per ritornare dai suoi genitori come era di
uso a quei tempi, poiché il marito era disperso e  non avevano avuto figli. La nonna Maddalena
era anche un po’ sorda ma un giorno scendendo dai monti con la nuora vide una
donna corrergli incontro e capì anche senza sentire, dal volto di questa, che il  figlio  era ritornato vivo.

Il nipote Francesco Viola


Approfondimenti  http://www.associazioneacqui.it/la_memoria_del_futuro.pdf

Lazzaro Clemente supestite a Cefaloniaultima modifica: 2009-08-14T18:02:00+02:00da terredibriganti
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