Ioffredo crolla ancora

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Nella nottata di ieri sabato 30 gennaio 2010 a Ioffredo a causa del forte temporale alcune abitazioni distrutte dall’alluvione del ’99 hanno ceduto. Ora sono ancora più pericolose di prima come da foto che ora vi mostreremo:

 

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E’ l’abitazione di ” Enziimucc” Raviele la buonanima, papà di Don Antonio.C’è chi vorrebbe non abbattere queste mura, a suo tempo  fecero anche una raccolta di firme, e c’è chi invece in coscienza, per le generazioni future opta per la ricostruzione fuori sito. I ritardi di questi dieci anni non sono giustificati da nessuno e a Noi farebbe piacere capire cosa sta succedendo e di chi è la colpa dei non lavori. Io vorrei conservare tutti gli angoli vecchi del mio paese ma non credo che sia di mia competenza decidere cosa è meglio fare per questa antica frazione. Il mio pensiero va ad un amico lontano che è Massimo Zullo il quale in questa piazza c’è cresciuto con altri e con i quali  siamo rimasti per ore a chiacchierare nelle chiare sere d’estate o a farci gli auguri di Natale dopo la messa della Vigilia.

Ho imparato ad amare la gente di  Castello e Ioffredo dove ho tanti amici. Ho imparato a conoscere e vivere la montagna grazie a Mauro De Lucia e a i suoi Briganti di viaggio. Ho capito che sono una specie rara di Cervinaresi orgogliosi e lavoratori. Hanno una predisposizione fisica naturale per sostenere  scalate di monti e sofferenze fisiche, ereditata sicuramente dalle generazioni che hanno vissuto in questa terra.


Tanto è importante e antico il luogo lo dimostra una piccola colonna romana che è appartenuta  al tempio della dea Cerere e che qualcuno ha utilizzato negli anni per altri scopi ma che è ancora presente nel luogo come da fotografia. E’ situata accanto alla casa di Don Giorgio Carbone.

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Quando ho scattato queste foto c’era solo il vento intorno a me, il suono dell’acqua che scorreva nel torrente famigerato, ma le voci che mi risuonavano nella testa tra tutto quel silenzio erano quelle di Massimo Zullo, Pasquale Russo, Nicola Raviele e di tanti altri che in quella piazza giocavano a pallone da ragazzi, le voci di Pasquale Campana e di Alfredo, di Antonio Mainolfi ,di Mario, Barbato ,Enzimucc e di tanti altri che si fermavano a parlare con Don Giorgio accanto alla chiesa. Le voci che uscivano dal Bar di “Vitillo” di qualcuno che litigava al gioco del Tocco a Birra. Le voci delle ragazzine del coro parrochiale che organizzavano con Don Giampiero non ancora prete, un recital o una commedia.

 

Ma parlando ancora di storia ho sentito i passi dei Garibaldini che salivano dai Virgoli e che si scontrarono con i briganti a colpi di fuoco ,proprio dove è questa colonna romana. Un pò più sopra perse la vita il Garibaldino Francesco Mancini di Molfetta con un colpo alla testa. Sfortunato fu anche un povero anziano che uscendo dall’abitazione di fronte al palazzo dei Ragucci si trofo tra il fuoco incrociato dei Briganti che sparavano dall’oscurita della strada che si interseca a via campo Sega. Tutto questo accadeva il 30 novembre del 1860. Sempre lungo questa strada e più precisamente nel cortile di ” Zi Alberto” furono catturati e uccisi quattro briganti tra cui il capo Pasquale Martone. Da una soffiata di qualcuno, le guardie si appostarono ed accerchiata la  casa i briganti non avendo via di fuga salirono sul tetto per sparare, ma furono sopraffatti.

Ci sarebbe  ancora tanta STORIA DA RACCONTARE, ma la tristezza e il silenzio di questo luogo mi hanno messo il gelo nel cuore, ed ora non mi rimane che ritirarmi nel conforto di chi come mia moglie ci ha lasciato parte della sua gioventù in questi luoghi.

Francesco Viola

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Ioffredo crolla ancoraultima modifica: 2010-01-31T17:59:00+01:00da terredibriganti
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4 Responses

  1. carmine
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    i colpevoli in piazza trescine presso circolo del PD

  2. LORENZO RAVIELE
    at |

    Solidarietà alla famiglia Raviele e agli abitanti di Ioffredo.

    Credo che i politici debbano vergognarsi ! L’anatema di don Raviele resta attuale.

    DISTINTI SALUTI

  3. Massimo
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    “Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia (…) per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole. Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l’uno con l’altro, noi fratelli, nel buio d’una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d’un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo”.

  4. cmc451
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    SICUREZZA SUBITO!
    In occasione del ventinovesimo anniversario del Terremoto in Irpinia e a distanza di pochi giorni dal decennale della tragica alluvione che colpì Cervinara e San Martino Valle Caudina- i militanti cervinaresi di CasaPound Avellino e del Blocco Studentesco Irpino- hanno appeso alcuni striscioni per onorare, con un’azione stile Cpi, la memoria di quelle tragiche ore, denunciando la vergognosa situazione odierna.
    “Sicurezza Subito” è il testo del messaggio esposto nelle frazioni alluvionate di Joffredo e Castello, a Cervinara, dove a distanza di un decennio dal disastro idrogeologico, nessuno ha messo in sicurezza la zona, prolungando di dieci lunghi anni l’onda dell’alluvione e i rischi per l’incolumità dei cittadini.
    E’ inammissibile – dichiara il Presidente Provinciale Valerio Criscuoli- che nemmeno dopo dieci anni l’area alluvionata di Cervinara sia stata messa in sicurezza.
    Quando avrà fine la dolorosa parentesi aperta nel lontano 16 dicembre 1999?
    CasaPound chiede a chi di dovere un intervento immediato- afferma il responsabile dell’associazione di promozione sociale- con l’abbattimento delle mura pericolanti nella zona alluvionata, l’organizzazione di un piano di emergenza ed evacuazione coordinato per tutta la comunità ed un pubblico aggiornamento sulla situazione idrogeologica e tellurica del Parco del Partenio.
    Ricordiamo, con un monito per il presente ed un appello per il futuro, le vittime del Terremoto del 23 novembre 1980 e dell’alluvione del 16 dicembre 1999.
    Non vogliamo versare altre lacrime o parlare di catastrofi annunciate, bensì lottiamo e denunciamo l’indegna realtà di oggi, che rappresenta un insulto ai morti e ai feriti di ieri
    Cervinara, 23 novembre 2009
    Comunità Militante Caudina 451
    CasaPound Avellino

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