Cervinara nel mondo

i 50 anni di sacerdozio di Don Giorgio Carbone

Don Giorgio Carbone festeggia cinquant’anni di vita sacerdotale e il suo popolo si stringe intorno al pastore in un festoso abbraccio. Oggi è simbolo e difensore di Ioffredo-Castello, frazione segnata dall’alluvione del 1999.

 

Servizio di Massimo Zullo

 

Don Giorgio nacque a Lapio il 28 maggio 1932 da Matteo (1894-1981) e Filomena Zarrella (1897-1971), terzogenito di cinque fratelli (Giuseppe Fernando, Orazio Antonio, Giorgio Plinio appunto, Carlo Salvatore e Teresa Caterina). Dopo gli studi al seminario di Benevento fu ordinato sacerdote il 7 agosto 1960 da mons. Pasquale Venezia nella chiesa di santa Caterina V.M. in Lapio.

Fino ai principi del 1966 fu viceparroco di San Lupo (BN): lì diede impulso all’A.C. e alla schola cantorum, che partecipò ai riti settennali in onore dell’Assunta di Guardia Sanframondi. A san Lupo collaborò col prozio, l’arciprete Vito Carbone, parroco per 55 anni e autore nel 1919 di una biografia di san Lupo. Che, come per arcano presagio, conteneva l’indicazione del paese (Cervinara) cui don Giorgio sarebbe stato destinato mezzo secolo più tardi: “… Cronaca di S. Vincenzo a Volturno in cui si rileva che sotto il Principato di Sicardo i Beneventani commutarono con i Benedettini di S. Vincenzo i Monasteri di S. Martino e di S. Croce nel monte Marsico con quello di S. Lupo e Zosimo e col Castello di Cervinara”[1].

Della parrocchia di San Nicola ebbe il possesso canonico dall’arcivescovo mons. Raffaele Calabria, subentrando a don Antonio Vivenzio; s’insediò il 17 marzo 1966, portando con sé la sorella Teresa. Ristrutturò presto la casa canonica; nel 1975 restaurò chiesa e sede della congrega; più tardi fece installare un impianto elettrico che aziona le due campane. Curò A.C. e Schola Cantorum e organizzò alcune missioni di Passionisti (1973 e 1998); per anni allestì presepi curati in ogni particolare che gli valsero qualche premio.

Negli anni ‘70 la parrocchia fu tutta un fervore d’iniziative: padre Narciso, quando tornava dal Ciad, proiettava filmini di vita africana e raccoglieva materiale. Venivano a predicare padre Tarcisio Zullo e padre Luigi Marro; vi muovevano i primi passi due giovani seminaristi, poi sacerdoti: mons. Antonio Raviele e don Enrico Francesco Iuliano, ordinati in parrocchia rispettivamente nel 1982 e nel 1989.

I fedeli sono stati sempre particolarmente devoti all’Immacolata Concezione, che viene ora festeggiata nell’ultima domenica d’agosto. Il 31 agosto del 1980 v’intervenne il cardinal Giuseppe Caprio, Sostituto della Segreteria di Stato.

La chiesa fu nuovamente restaurata dopo il terremoto del 1980 e consacrata dall’arcivescovo Minchiatti il 23 dicembre 1990. Attigua alla chiesa sorge la sede della Confraternita dell’Immacolata, attiva fin dall’Ottocento, della quale don Giorgio é assistente spirituale. Ha collaborato con i priori Antonio Moscatiello, Nicola Moscatiello, Aurelio Befi, Francesco Perrotta. Attualmente la presiede Antonio Mainolfi.

Festeggiati nel 1985 i 25 anni di sacerdozio, don Giorgio ebbe la reggenza dell’abbazia di San Gennaro in Ferrari. Tenne l’incarico per tre lustri: sotto la sua guida la chiesa madre fu dichiarata santuario diocesano per il culto dell’Addolorata (1991) e l’Addolorata fu incoronata Regina di Cervinara (1993).

Alla fine del 1998 tornò a tempo pieno nella sua frazione d’adozione.

Nella notte dell’alluvione la chiesa fu invasa da acqua e fango. Nuovamente restaurata, fu riconsacrata il 6 dicembre 2004 dall’arcivescovo di Benevento, mons. Serafino Sprovieri. Oggi la chiesa di San Nicola accoglie una statua bronzea e alcune reliquie di Padre Pio da Pietrelcina donati dalla sorella di Padre Narciso, Teresa Marro. Appena nominato, il 6 ottobre 2006, l’arcivescovo Mugione venne in visita privata.

Concludo con una frase che don Giorgio mi ha detto spesso. Ultimata la biografia di san Lupo, don Vito Carbone esclamò: “Ho scritto la vita di Lupo santo, ma avrei potuto scrivere la storia di san Lupo paese!”. Oggi le stesse parole potrebbe pronunciarle per Ioffredo-Castello don Giorgio che, con 44 anni e mezzo di cura d’anime, è la guida più longeva e amata della comunità.

Ad multos annos, Reverendissime Domine! (m.z.)

 


i 50 anni di sacerdozio di Don Giorgio Carboneultima modifica: 2010-07-30T12:00:00+02:00da
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