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LA FAMIGLIA MARRO E IL MESTIERE DI CARBONAI

 

Uno testo di Antonio Marro, Montréal

 

 

car.jpegL’inziatore del mestiere di carbonaio nella famiglia Marro fu Francesco Marro. Francesco, era originario di Cervinara, in provincia d’Avellino. E Cervinara, come tanti altri paesi del meridione, avendo una sovrabbondanza di mano d’opera, vide alcuni dei suoi dedicarsi, all’arte  – antica –  della produzione del carbone vegetale. Il carbone vegetale è un prodotto derivato dalla legna boschiva, fabbricato con metodi tecnici particolari, affine di ricavarne un carbone che contiene il 100/% delle sue energie calorifiche.  Antonio Marro e la moglie Anna Zullo ebbero otto figli maschi tra cui Francesco, il quale, a sua volta, sposó Maria Cocozza anche lei  proveniente da una numerosa famiglia di undici figli.

 

I carbonai si recavano nei boschi per la carbonizzazione due volte all’anno, in particolare nei periodi e nei luoghi in cui le leggi comunali permettevano il taglio degli alberi; in estate carbonizzavano nei boschi situati a più di mille metri al disopra sul livello del mare  e in inverno nelle zone boschive al disotto dei mille metri.  Tradizionalmente i carbonai operavano nell’Italia centrale e meridionale, in particolare in Calabria, nel Cilento, nel Lazio, negli Abruzzi e sopratutto nel Molise.  Quando, tuttavia, nel 1939 scoppió la seconda guerra mondiale, i carbonai furono requisiti dal governo per assicurare nelle province la produzione del carbone, un prodotto di prima necessità per la cucina, il riscaldamento e il funzionamento delle locomotive.


Francesco Marro si trovava in quegli anni a Carovilli (Prov. di Campobasso) e si spostava per il lavoro da un paese all’altro, da Sessano a Agnone, a Mafalda, a  San Felice del Molise e a Castelmauro da dove raggiunse i boschi di Guardialfiera il 18 marzo 1943.  La guerra era alle porte; come carbonai assistevamo alle feroci battaglie dei nemici e degli alleati.  I soldati ci passavano affianco; alcuni di loro passando ci sorridevano e accarezavano i capelli dei miei fratellini, mentre io, novenne, ( classe 1934) li seguivo con gli occhi, incuriosito.  Restammo nel comune di Guardialfiera fino all fine della guerra (1945) dove avemmo la possibilità di carbonizzare in diverse zone, alte e basse.


Nel 1945 eravamo fuori pericolo e quindi avremmo potuto tornare nel nostro paese d’origine.  Peró siccome tutte le vie di comunicazione, ponti, strade,  ferrovie erano in un grande sfacelo, decidemmo di rimanere sul posto, di non muoverci più, come avevamo fatto per anni e ci adattammo a carbonizzare i prodotti dei boschetti e altri alberi sparsi sui terreni agricoli, vendendo il prodotto al dettaglio e all’ingrosso.  Aprofittammo in quei tempi del riposo estivo, ma riuscimmo ad assicurarci i bisogni quotidiani col ricavato del prodotto boschivo.


Nel 1948 la nostra presenza fu richiesta dalla vicina cittadina di Casacalenda, ricca di legna da abbattere.  Ció si ripeté nel 1949 e nel 1950, cosicché nel 1951  i miei genitori comprarono una casa di tre piani a Casacalenda, della quale il primo piano era un piano commerciale, il secondo e il terzo erano piani abitabili e che fu utile pure come deposito del nostro prodotto che vendevamo in dettaglio e all’ingrosso.  Casacalenda era ricca di legna e noi ne aprofittammo per la nostra produzione, ma lo facenmmo con metodi ecologici per permettere il rimboschimento delle diverse aree di taglio.  Ricordo che fummo costretti ad abbattere pure querce enormi, se non secolari, che erano in gran deperimento, sia perché i contadini ne avevano tagliato i rami per ricuperare le foglie per alimentare gli animali durante il periodo invernale, sai perché erano invase da milioni di termite.


Con gli anni le cose cambiano, e infatti per la nostra famiglia ci fu un gran cambiamento negli anni 1968-1970. Dopo aver provato la coltivazione di terreni agrigoli e dopo aver venduta la propria casa a Cervinara( 1953/54),  pur avendo cercato ad ampliare il commercio usuale, vendendo legna, carbone, carbonella, gas liguido e accessori, Casacalenda non riesciva più a farci vivere.  Il paese conosceva un grande esodo, centinaia d’abitanti del paese emigravano ogni anno, raggiungedo gli Stati Uniti d’America , il Canadà o l’Australia.



Anche i miei dovettero risolversi alla partenza.  Parti’ Benito, poi Agnello e Ascezio che vennero in Canadà e dove da anni esercitano il mestiere di macellaio.  Io (Antonio) cercai di trovarmi un lavoro prima a Roma (1954) nella polizia; poi tentai la fortuna a Milano. Ma la fortuna non mi arrise. Finalmente nel 1965 decisi di raggiungere i miei  fratelli in Canada .   Negli anni successivi, mio padre Francesco e mia madre Maria lasciarono pure loro Casacalenda per raggiungere tutti noi in Canadà.  Qui, dove viviamo da anni, ricordiamo Casacalenda  e i dolci ricordi della gioventù e la cordiale fratellanza dei casacalendesi.  In questo nuovo paese d’adozione dove viviamo (io e i miei fratelli viviamo a San Leonard; i miei genitori riposano della pace eterna a Montréal) manteniamo sempre vivo i legami col paese di Casacalenda e con la comunità casacalendese di Montréal.  Questa la storia di una famiglia di carbonai che hanno servito per anni tanta gente nel Molise e che ora, dopo anni di duri lavori in questa vasta contrea, ricordano il passato di cui hanno fatto la storia.  Antonio Marro, Montréal

strorie d famiglieultima modifica: 2010-11-08T09:56:00+01:00da terredibriganti
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